OROLOGI ELETTRICI
OROLOGI ELETTRICI

QUANDO … E’ UN DISCORSO DI FORMA

 

le sagome classiche delle casse ed alcune tipiche degli anni ’60 – ‘70

 

 

una battuta che si può fare a qualche amico in sovrappeso … gli si dice: come ti vedo in forma! lui risponderà, probabilmente, anche se lusingato, di avere, in realtà qualche chiletto da smaltire; al che potrete replicare:  beh,  anche il tondo è una forma!

se è spiritoso ride,  se non lo è … rischiate, quantomeno, che si dimentichi del vostro prossimo compleanno

per gli orologi è il contrario: non nel senso che è impossibile che si offendano, ma che, nel gergo orologiero, la definizione  “di forma” riguarda tutti quelli che NON sono rotondi

 

senza pretesa di completezza alcune sagome tradizionali degli orologi possono essere considerate le seguenti:

 

partendo da quelle più semplici:

TONDO (abbiamo scelto un Universal Genève del 1965, molto lineare e con anse diritte- interessante perché ultrapiatto, con il suo cal. 42 di 2,45 mm)

e  QUADRO 

 

 

 

 

poi:

TONNEAU

e RETTANGOLO (qui con anse "a cerniera")

il rettangolo molto stretto, usato per modelli Lady, viene spesso detto “baguette”

 

 

 

 

 

TANK (il più noto è il famoso modello della Cartier)

si distingue dal rettangolo per le fasce laterali della cassa che si prolungano nelle anse

 

 

 

 

 

 

ESAGONO, OTTAGONO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

OVALE (il primo con bracciale integrato alla cassa)

 

 

 

 

 

 

 

 

CON ANSE “VAN CLEEF” (o: “tipo Cartier Vendôme”, o: “carage”)

 

 

 

 

 

 

 

credo che si possa considerare classica anche la forma che potremmo definire genericamente “OYSTER”, nata per gli orologi subacquei, fonte di ispirazione per molte Case (e di mille contraffazioni)

 

 

bisogna tener conto del fatto che, storicamente, le casse venivano lavorate  a mano in più parti, per poi venire saldate e lavorate perché non si vedessero le linee di congiunzione fra i vari pezzi

ciò, soprattutto, quando si trattava di orologi  p.es. in oro o argento ed un’eventuale tornitura avrebbe comportato lo spreco di costoso materiale

ma tale lavorazione era utilizzata per tradizione anche con metalli non nobili, che venivano poi placcati in oro argento cromo o nichel, per evitarne la corrosione

 

se avete letto la pagina "dalla tasca al polso" avete visto come sono strutturate le casse di alcuni modelli smontati (un Waltham, due Elgin e l'Unicorn riportato qui sotto)

 

una cassa per un segnatempo da polso non doveva essere solo in grado di contenere il movimento, ma anche di reggere un cinturino, per cui vi venivano applicate anche le anse

 

sempre nella pagina “dalla tasca al polso” abbiamo visto che i primi segnatempo da indossare erano dei tasca ai quali venivano aggiunti dei sottili fili di metallo ai quali poter applicare un cinturino (cosiddette “wirelugs”, anse a filo)

 

NOTE: per definizione,  le ANSE sono gli  elementi della carrure, in genere sporgenti (integrati nella forma della stessa od applicati durante la lavorazione), fra i quali viene fissato il cinturino (o il bracciale); le ANSETTE invece sono le molle cilindriche che attraversano la parte terminale del cinturino o del bracciale e si fissano all’interno di appositi fori presenti nelle anse.

quando si parla di orologio con ANSE FISSE si intende sia il caso delle anse a filo (“wirelugs”) o, comunque, formanti un anello, sia quello in cui fra le anse vi sia, al posto della molla cilindrica, una barretta saldata e non amovibile per l’applicazione del cinturino. si dicono ANSE COPERTE quelle che, di fatto, sono integrate alla sagoma – il punto di aggancio del cinturino non è visibile dal fronte della cassa,  trovandosi in un’incavatura presente al disotto della medesima (“semicoperte” se la parte terminale del cinturino è nascosta da una sporgenza della cassa)

 

 

 

 

le  anse possono assumere aspetti più o meno ricercati e fantasiosi: anziché presentarsi come una semplice barretta possono essere – secondo varie definizioni che si usano per descriverle: “a goccia”,  “a ragno”, “bowtie” (cravattino a farfalla),  a cerniera (pieghevoli), o, più genericamente, “di fantasia” (fancy lugs”)

 

 

 

 

anse fisse c.d. a filo (o "wirelugs"), le prime saldate ad una cassa preesistente, da tasca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

altre anse fisse e anse "semicoperte"

 

 

 

 

 

 

 

 

anse fisse a "barretta" non amovibile e ad anello (in questo caso, anche, snodate "a cerniera")

 

 

 

 

 

 

 

 

 

anse di forme varie e di fantasia (vedi pure il Benrus quadro nella galleria di sopra)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

anse a goccia (qui sono anche snodate), e "bowtie" (cravattino a farfalla)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

anse a ragno e, di nuovo, "bowtie"

quando si incominciò ad utilizzare l’acciaio inox si rese impossibile “costruire” una cassa con i metodi tradizionali, essendo un metallo troppo duro per poterlo trattare in singoli pezzi con strumenti manuali e neppure saldare con facilità

 

in compenso era relativamente economico, per cui divenne conveniente “ricavare” la cassa da un blocco stampato e poi fresato – non avendo più importanza l’eventuale spreco di limature del materiale 

 

al proposito si può leggere la pagina seguente (in particolare si parla dell’acciaio “staybrite” brevettato nel 1934):

 

http://www.vintagewatchstraps.com/stainlesssteel.php

 

a tale indirizzo si cita un interessante video della Casa di Ginevra con la coroncina, in cui si può vedere come avviene ai giorni nostri una lavorazione di questo tipo :

 

https://www.youtube.com/watch?v=9UuDJl93Z1g

 

si consideri che fu questa Maison a brevettare nel 1926 la cassa “Oyster” , e cioè storicamente la prima ad essere impermeabile all’acqua 

 

ciò premesso credo che sia stato tale tipo di lavorazione delle casse, che divenne sempre più diffuso, così come il miglioramento dei macchinari utilizzati per la produzione – oltre, certamente, alla ricerca di nuovi risultati estetici – a portare ad una maggior integrazione  delle anse con la parte della cassa che funge da “contenitore” (facendone, in qualche caso, un tutt’uno)

 

certo è che negli anni ’60 – ’70 si sono viste nascere delle sagome nuove, alcune rimaste tipiche dell’epoca, altre riprese ancora oggi

non vogliamo scriverne la storia ma soltanto dare un’idea concreta a varie definizioni  di forme caratteristiche in quel periodo,  divenute di uso più o meno diffuso da pare dei  più vari produttori e nuove rispetto a quelle “classiche” di cui s’è detto sopra

 

tralasciamo quindi le casse di design “firmato”: se n’è fatto cenno alla pagina “orologi ma non solo” , richiamando le forme “futuristiche” di Richard Arbib per gli Hamilton elettrici a partire dal Ventura, o quelle disegnate da Roger Tallon e Rudi Meier per LIP, o modelli particolari quali p.es. gli Spaceman Audacieuse (di cui vengono tuttora prodotte delle repliche)

al proposito citiamo anche qui le pagine relative ai designers dell’imperdibile sito del Doensen:

 

http://doensen.home.xs4all.nl/contents.html?

 

 

 

 

venendo al sodo, potrebbero essere considerate  “forme anni 60 - 70” quelle di cui al momento mi vengono in mente le seguenti definizioni (non "codificate", ma di uso corrente):

 

 

 

 

 

CUSHION

(due esempi fra mille)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DISCO VOLANTE (o: UFO)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TURTLE (tartaruga)

sicuramente il più famoso è il primo (Rado Diastar), ma ne abbiamo diversi esempi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

HELMET (elmetto, alias: SPUTNIK)

questo modello di Accutron è chiamato così correntemente

l'Omega a fianco gli somiglia (ref. 166.121 del 1973, è detto "stingray")

 

 

 

 

 

 

“TELEVISORE” 

("TV shape")

 

 

 

 

 

 

 

 

 

questi altri sono un po' più arrotondati

 

 

 

 

 

 

 

 

"OVETTONE"

e "D SHAPE" (o: BD)

di questa forma i più noti sono un modello Accutron e l'Omega F 300 referenza 198.0004  [* NOTA]

 

 

 

 

CONE (cono)

tipico l'Omega Semaster F300 (questo ha la referenza ST 398.0804), ma ne abbiamo un altro simile (marchio della Atlantic)

 

 

 

 

 

 

 

altre forme molto "anni settanta"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

una foggia molto in voga a partire da quel periodo è anche quella dell'orologio "subacqueo",  di solito con lunetta girevole (per segnare i tempi di immersione)

quasi un must per molti, che li sfoggiano pure con l'abito da sera  (e, forse, nemmeno uno su 100 li usa anche solo  per fare il bagno a Spotorno)

 

[ *NOTA]: potete vedere l'Omega F 300 ref. 198.0004 " D shape" citato sopra sulla seguente imperdibile pagina (con immagini di tutti i modelli di Constellation elettronici a diapason):

 

http://electric-watches.co.uk/makers/omega/omega-f300-tuning-fork/omega-f300-constellation/  ]

 

 

 

 

GLI OROLOGI "DRIVER"

 

ultimo esempio di forma, molto particolare, è il CASQUETTE, tipico di taluni esemplari definiti "driver" perché pensati per venire consultati rapidamente mentre si è alla guida, ed hanno il quadrante (o display) sul fianco (mentre la parte superiore della cassa è completamente liscia)

 

uno dei più rari e ricercati è sicuramente il Girard Perregaux "casquette", del quale, purtroppo, non dispongo di fotografie pubblicabili

 

sono piuttosto noti anche il Bulova "Computron" (a LED) e il jumphour AMIDA "Digitrend"

(questo ha la singolarità di mostrare sul display a visione laterale  la lettura dell'ora riportata dai dischi rotanti posti orizzontalmente sul movimento, e ciò grazie ad una lente prismatica: la si vede in basso a destra nella seconda foto dell'ottava riga)

 

sempre con display a LED voglio citare anche il JAZ "Swissonic" ed il Mido "Swissonic" (entrambi con il calibro ESA 9392), e, last but not least, il jumphour JAZ "Derby Swissonic", che, oltretutto, rientra a pieno titolo nel tema di questo sito, essendo animato da una particolare versione del Dynotron (movimento elettronico a bilanciere controllato da transistor), e precisamente il calibro ESA 9176 (a tamburi rotanti), realizzato specificamente per questo modello (si veda sotto "i vari calibri, C - 1)

 

ho avuto l'autorizzazione ad utilizzare le immagini di questi ultimi orologi (il bulova compare in tre versioni), le inserisco nella galleria qui sotto

 

[© crazywatches.pl, by courtesy - per gentile concessione / © marcellocaiazza, by courtesy – per gentile concessione]

 

 

 

 

[*NOTA]

altri modelli di orologi "driver", in anni più addietro, erano pensati per poter venire spostati, all'occorrenza, a lato del polso, avendo p.es. la cassa piuttosto piccola e le anse snodate o "a cerniera" - ve ne sono alcuni nelle prime due gallerie - oppure presentando il quadrante orientato in maniera da poter venire letto rapidamente senza dover staccare la mano sinistra dal volante, come quelli raffigurati nell'articolo raggiungibile al link qui sotto:

 

http://www.salonqp.com/updates/qp_loves/driving-watch-not-driving-watch-true-story-behind-vacheron-constantin-1921/

 

era, invece, decisamente studiato per poter essere indossato (soltanto) a lato del polso - con la sua cassa particolarmente arcuata nella parte inferiore - il KIENZLE "Swissonic" calbro ESA 9154 di cui si parla nell'articolo seguente:

 

http://uhrforum.de/kienzle-swissonic-die-etwas-andere-uhr-am-handgelenk-t204181

 

 

 

 

 

 

 

 

UNA FORMA DAVVERO SINGOLARE

 

... quella di questo Astromaster (marchio Buler, movt. Baumgartner): che vi ricorda?

 

[continua]

 

per la navigazione seguire l'indice principale in alto ed i sottoindici a sinistra

 

cliccando sulla foto del Megasonic sopra il titolo si torna alla homepage

 

si può anche andare direttamente alla mappa del sito:

 

cliccare in basso a sinistra (nella fascia blu subito sopra il ©)

 

oppure qui sotto (si apre un'altra finestra)

utilizzando i vari links si apre un'altra pagina o si viene spostati su quella che viene richiamata nell'indirizzo (a seconda delle Vostre impostazioni)

in quest'ultimo caso per tornare indietro utilizzate l'apposito tasto del browser (anche, il "back" della tastiera, oppure alt + freccia sinistra se usate Chrome)

per essere sicuri di aprire il link in una nuova pagina ("scheda" o "finestra") cliccatevi sopra con il tasto destro del mouse ed utilizzate l'opzione corrispondente 

sTO CARICANDO LE PAGINE E LE IMMAGINI UN PO' PER VOLTA

LA TRATTAZIONE DI MOLTI ARGOMENTI E' ANCORA DA COMPLETARE

IL CONTENUTO E' SOGGETTO A MODIFICHE O REVISIONI

CERCHERO' DI DARE CONTO DEI PROGRESSI NELLA PAGINA "CRONOLOGIA" E SU TWITTER

abbreviazioni usate nel testo (autori e fonti):

 

DO = Doensen, “Watch. History of the modern wristwatch” /

doensen.home.xs4all.nl

EL = electric-watches.co.uk

EK = “Elektrik am Handgelenk”

GW = “Complete Price Guide to Watches” 

CW = crazywatches.pl

KN = hknebel.org

HW = hwynen.de

EW = “Electrifying the wristwatch”

RW = "The electric watch repair manual"

EU = "Elektrische und elektronische Uhren"

Stampa | Mappa del sito
© 2014 - 2022 - F.B.S., Torino, Italia - www.orologi-elettrici.it

questo è un sito amatoriale, senza fini pubblicitari o di lucro
sono state inserite soltanto fotografie scattate personalmente dall'autore o per le quali - se non di pubblico dominio - l'autore ha avuto espressa autorizzazione alla pubblicazione
non vi è alcun collegamento con Case produttrici, rivenditori, distributori e/o relativi marchi